martedì 6 febbraio 2024

Sono innamorata, ma non sono felice

Per anni ho sottovalutato l’importanza della felicità, credo sia proprio per questo che adesso ne sono quasi ossessionata. Perché l’ho fatto? Perché ero fermamente convinta del fatto di non meritare di essere felice. Avevo l’amore, nella mia vita. Quello forte, intenso e viscerale. Quello che tiene in tensione tutti i muscoli del corpo a ogni ora del giorno e della notte. 

Avevo l’amore, e mi sentivo fortunata. Soprattutto quando mi guardavo intorno. Soprattutto quando vedevo le mie amiche perdere tempo e versare fiumi di lacrime per chi non lo meritava.

Avevo l’amore e mi bastava. A cosa mai poteva servirmi quella maledetta felicità alla quale avevo rinunciato?


lo amo ma non sono felice con lui



Sono innamorata ma non sono felice


"Sono innamorata, ma non sono felice". Quante volte l’hai pensato? Quante volte hai provato a sussurrarlo, ma poi hai ingoiato subito quelle parole per timore che qualcuno potesse sentirti? Per paura che, una volta ammesso, avresti comunque dovuto prendere una decisione, e che indietro non saresti più potuta tornare.


Non sono molte le persone che hanno il coraggio di ammettere di non essere felici in coppia. Farlo vorrebbe dire sbandierare ai quattro venti un fallimento (magari l’ennesimo). Perché è questo quello che proviamo tutte le volte che una relazione finisce.


Cominciamo col dire che la fine di un amore non è mai un fallimento. Falliamo, piuttosto, quando rinunciamo al nostro benessere, alla nostra felicità per inseguire o trattenere quello che crediamo sia l’amore della nostra vita.


Quando dico crediamo, non voglio mettere assolutamente in dubbio quello che proviamo. Il batticuore, le ginocchia che tremano, le farfalle nello stomaco. Le pagliuzze dorate che illuminano gli occhi, tutte queste cose sono reali.

Emozioni e sensazioni, queste, che sanno ingannarci abilmente se non sappiamo esplorarle. Se non impariamo a distinguere la realtà dalle aspettative, la concezione dell’amore romantico con la quale siamo cresciute dalle relazioni che abbiamo.


Perché sì, non possiamo pensare all’amore come qualcosa di assoluto, di unico e di immutabile. Perché questo sentimento nasce, cresce e viene nutrito dalle persone. Può morire a causa di quelle persone.

Ma non rimane mai uguale a prima, perché noi non lo siamo.

Per questi motivi, parlare d’amore non è mai semplice. Non lo è perché ogni relazione è un universo a sé, tenuto in piedi da regole tacite e accordi non scritti che, molto spesso, sono incomprensibili a chi guarda da fuori.

In realtà, ti confesso, sono convinta che l’amore non è poi così complicato. Semmai siamo noi ad esserlo.

Non che questo deve diventare un motivo per colpevolizzarci, intendiamoci. Dico solo che un po’ per colpa di quelle credenze alle quali siamo aggrappate da sempre e un po’ per colpa della società, dei suoi paradigmi e delle sue regole, abbiamo smesso di ascoltarci. E abbiamo deciso di accontentarci, di stare e di sopportare, perché ci siamo convinte che è così che deve essere.


La mia storia di amore e di infelicità


Ti ho detto che per anni non sono stata felice. Ma ero innamorata, eccome se lo ero. Quello che non ti ho detto, invece, è che prima di quella relazione credevo che l’amore fosse la fonte della felicità assoluta.

Quando vedevo le coppie tristi e annoiate, quando sentivo parlare le persone di insofferenza, mi chiedevo come fosse possibile nutrire insoddisfazione con qualcuno al proprio fianco.


Del resto, tutto quello che sapevo sull’amore lo avevo imparato dalle favole della buonanotte e dai cartoni animati della Disney.

Poi l’amore l’ho conosciuto per davvero. E ti confesso che per un po’ mi è piaciuto indossare i panni di una principessa, vedere lui come un principe su un cavallo bianco. Mi è piaciuto immaginare quel lieto fine che avevo visto e rivisto sullo schermo per anni.

Crescendo ho dovuto fare i conti con una realtà ben diversa da quella che avevo immaginato. Ho dovuto fare i conti con le bugie, con l’immaturità e con le incomprensioni. Ma soprattutto con l’assenza.

Ho dovuto indossare i panni di uomo e donna, di partner 1 e partner 2, perché amare per due era l’unico modo di tenere in piedi la relazione.


Ho rinunciato a tante cose, a troppe cose. E non perché dall’altra parte ci fosse una richiesta specifica, intendiamoci, ma perché era l’unico modo per proteggere quel castello di sabbia. Che poi, inevitabilmente, si è distrutto al primo soffio di vento, neanche fosse uno tsunami.


Ho rallentato il passo fino a restare immobile, nello stesso punto per tanto tempo, mentre gli anni scorrevano. L’ho fatto per aspettare lui, per adeguarmi al suo passo, per continuare a camminare insieme.

Non lo avevo ancora capito però che per stare insieme è necessario camminare l’uno al fianco dell’altra. Mai un passo indietro, mai un passo avanti.


Una situazione del genere, anche se solo vagamente simile, mi farebbe scappare via a gambe levate oggi. 

Oggi ma non ieri, che mi sentivo fortunata ad aver trovato l’amore. Che mi compiacevo quando le mie amiche, che invece l’amore lo cercavano e lo imploravano, mi dicevano che ero fortunata ad avere affianco “la mia anima gemella”.

Loro non sapevano quello che provavo dentro. Non sapevano delle notti insonni e dei pianti, non immaginavano cosa volesse dire sentirsi soli in due.

Non potevano sapere che avevo rinunciato alla felicità.


Ti sto parlando della mia esperienza, che tanto mi ha dato e tanto mi ha tolto, perché è proprio grazie a questa che sono arrivata a tante e diverse consapevolezze.

Oggi potrei dirti che l’amore non basta per stare insieme, né tanto meno per avere di diritto quel lieto fine al quale spesso auspichiamo. Ma la verità è che non è una questione di ciò che basta o ciò che serve, ma è proprio il fatto che l’amore, in ogni sua forma o manifestazione, non chiederebbe mai una rinuncia così grande.

Non ci chiederebbe di sacrificare la felicità, al contrario, ci aiuterebbe a ottenerla, a trattenerla. A viverla e a condividerla.


Perché continuiamo a portare avanti relazioni che non ci rendono felici?


Ma allora perché scegliamo di restare con qualcuno che non ci rende felici? Lo facciamo per tanti motivi, più o meno consci. 

Lo facciamo per dipendenza affettiva, per paura della solitudine. Lo facciamo perché, nonostante tutto, crediamo di avere un vantaggio restando in quella relazione. Il mio vantaggio era il desiderio di amare incondizionatamente, per esempio.


Ma lo facciamo anche perché abbiamo dato e investito tanto in quella relazione, e il pensiero di rinunciarvi, o di aver sprecato in qualche modo anni preziosi della nostra vita, ci terrorizza.

Infine lo facciamo anche perché ci convinciamo che senza quella persona accanto non possiamo stare, non possiamo vivere, addirittura. Come se fosse lei, o lui, a caratterizzarci, a renderci ciò che siamo.

Così scegliamo di pagare un prezzo che è sempre troppo grande.



Ti sto dicendo questo perché se ti senti infelice, tu meriti di sapere che esistono delle alternative. Che hai tante possibilità intorno a te da scoprire e da accogliere, e che porre fine a una relazione che ti rende infelice non equivale a rinunciare all’amore.

È giusto che tu sappia che non sei costretta a vivere ogni giorno tollerando quei difetti che si fanno sempre più insopportabili. Perché i difetti, in amore, non si sopportano ma si accolgono.

Che le differenze caratteriali, e a volte anche sociali, possono diventare dei muri altissimi che dividono.

Che non tutti gli errori e le bugie possono essere perdonate.


Se sei qui, oggi, è perché probabilmente dentro di te è apparsa quella vocina che ti fa sempre la stessa domanda: “Sei davvero felice con lui”. Metterla a tacere, e provare a silenziarla, non servirà perché lei alzerà il volume fino a quando non avrai il coraggio di risponderle, sinceramente.

Ci vorrà del tempo per fare tuo quel coraggio, perché la paura di perdere l’amore è tanta. Anche se in realtà l’amore non lo perdiamo mai, perché quello vive sempre dentro di noi.

Con questo non voglio dirti o invitarti a chiudere la tua relazione, anche perché non lo faresti, non su un consiglio di una sconosciuta. È chiaro.

Quello che voglio consigliarti di fare, invece, è di metterti all’ascolto di te stessa, per capire come stai, ma come stai per davvero in questa relazione. Come ti senti, quali sono i tuoi sentimenti e i tuoi desideri. Cosa ti manca. Cosa provi davvero e quello che ti aspetti per il futuro.


Voglio invitarti a smettere di pensare che questo è un sacrificio che puoi sopportare.

Smettila di ripeterti che da sola puoi amare per due. Che puoi rinunciare a te stessa, e alla tua felicità, per lui o per chiunque altro.

Perché l’amore ci deve nutrire. Quando ci consuma, ci divora  ci distrugge… allora non è amore. Sicuramente non è quello giusto.


Ascolta l'episodio del podcast Lo amo, ma non sono felice



Join the conversation!

Grazie per i vostri commenti!

Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso.

Ultime da Instagram

Copyright

I contenuti presenti sul blog "Uptowngirl.it" sono di proprietà dei singoli autori e per questo non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all'autore stesso.
E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.
Copyright © 2012 - 2020 Uptowngirl.it di Sabina Petrazzuolo. All rights reserved


info@uptowngirl.it - P. IVA - 02818540599
© Blog di Sabina Petrazzuolo, scrittrice e mindfulness coach. Design by SoulMuse.