È stata un'estate assai particolare, con gli alti e bassi che da sempre contraddistinguono la mia vita. Perché ormai lo so, dalle mie parti è tutto un continuo mettersi in discussione, sbattere porte, aprire portoni e ricominciare.
Eppure ve lo assicuro, ho imparato con il tempo che nessuno, neanche i gatti, ha più vite di noi, perché la vita ci concede sempre infinite possibilità di ricominciare, e ogni volta è sempre bellissimo.
La mia estate è stata contraddistinta da stanchezza e fatica, dal peso di un periodo complicato e faticoso che tutti abbiamo portato sulle spalle e nel cuore. I mesi passati a combattere quel nemico chiamato Coronavirus, ci hanno segnato, perché tutti (chi poco e chi più) abbiamo perso qualcosa.
E se in un primo momento, mi sono fatta forza per me stessa e gli altri, complice la lontananza dai miei affetti più cari, quando tutto è finito ho tirato giù la maschera e sono crollata. Così sono iniziati i miei alti e bassi, le mie insoddisfazioni intervallate da momenti di pura felicità.
Ci sono state le prime uscite, gli abbracci con la famiglia e con gli amici, ci sono stati i viaggi, che mi hanno permesso di scoprire e riscoprire alcuni luoghi d'Italia. Perché lo ammetto, se la situazione fosse stata diversa, come al solito, avrei preso il primo volo per scappare via.
E che dire di 365giorni, tutti i giorni per essere felice? La mia estate è iniziata così, tra lacrime di gioia e commozione (e qualche gocciolina di sudore) per la pubblicazione del mio primo libro. Ma nonostante tutte queste soddisfazioni personali e professionali poi è arrivato il momento di stop, quello mio.
Perché un'anima sovraccaricata si stanca se non la si lascia riposare, e io devo ammettere di essere stata un po' dura con lei. Così sono crollata, fisicamente e mentalmente e mi sono ritrovata, di nuovo, a rincorrere progetti, sogni e desideri che lascio sempre indietro.
Mi dicono dalla regia che è colpa mia, che "faccio troppe cose", che lavoro tanto e che non ascolto il mio corpo. Odio ammettere che hanno ragione, ma è così.
Così alla fine l'ho fatto davvero, ho staccato per un po' perché non so fingere, né mentire. Non mi appartiene, ed è per questo che sui social dopo la mia festa di compleanno, sono sparita da sotto ai riflettori.
Un tempo che è stato per me determinante, che mi ha consentito di ristabilire le priorità le mie. Perché in fondo, ho passato i primi trent'anni della mia vita a cercare la felicità nelle piccole cose, che razza di persona sarei che oggi non gli dessi la giusta importanza.
Così riparto da qui, da settembre, il mio mese preferito, quello in cui inizia la mia stagione del cuore. E lo faccio con i mio libro, perché quelle che ho scritto non sono parole a caso, ma la rappresentazione esatta di chi sono e di chi voglio essere da qui a tempo indeterminato.
Capita di perdersi, a me succede spesso, ma è necessario per ritrovarsi. E adesso che l'anno ricomincia non posso dimenticare certo che ho ben 5 stagioni per essere felice.
Il proposito però non cambia, perché come sempre, mi prometto di inseguire il sole, oggi, domani e sempre.
martedì 1 settembre 2020 • by Sabina Petrazzuolo
Settembre: ricomincio da qui, ricomincio così
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