Scorrendo la storia delle borse firmate più amate di sempre, poi, ci si imbatte nella Bagonghi di Roberta di Camerino, senza dubbio la prima it-bag in grado di raggiungere un successo stellare: si tratta di una mini borsa a mano caratterizzata da un rivestimento in velluto a righe che, anche per merito del suo look, per lungo tempo ha rappresentato un simbolo delle donne appartenenti alla nobiltà e all'aristocrazia. Oggi è senza dubbio uno degli esempi di maggior pregio del Made in Italy in questo settore, e nei negozi vintage di ogni angolo del globo è ricercata da giovani e meno giovani, fashion blogger e addette ai lavori.
Come dimenticare, ancora, in questa rassegna la splendida Speedy proposta da Louis Vuitton? Il bauletto risalente agli anni Trenta, in tela Monogram e Damier, sin dalla sua prima apparizione è diventato il baluardo e l'emblema delle globetrotter, anche se poi ha dovuto subire la "rimonta" della Neverfull, una creatura di casa LVMH che è stata in grado a sua volta di ottenere riscontri positivi in tutto il mondo. Con conseguenze negative inevitabili ma facili da immaginare, visto che si sta parlando della shopper più falsificata (certo è che solo i modelli originali possono vantare la tracolla in pelle di vacchetta). Tante le qualità che la rendono così amata, a cominciare dalla compattezza della sua struttura, completata con una chiusura a scatto, mentre l'effetto matelassé assicurato dal rivestimento in pelle è sinonimo di eleganza e raffinatezza. Insomma, Neverfull è senza ombra di dubbio un'icona per tutte le donne dell'alta società, dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
Infine, merita una menzione d'onore la Jackie di Gucci, che è stata creato in omaggio a Jackie Onassis Kennedy, una delle First Lady degli Stati Uniti più conosciute e più controverse. Nel 2010, per altro, è stata presentata anche la New Jackie, in un'edizione a dir poco limitata composta da meno di 40 pezzi.
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